lectio divina “mi ami” 29 aprile 2025

MI   AMI?           Contesto I dodici hanno vissuto una esperienza traumatica. Con la morte di Gesù è crollato…

MI   AMI?           Contesto

I dodici hanno vissuto una esperienza traumatica. Con la morte di Gesù è crollato il suo progetto di vita, la sua speranza, il suo futuro. Le apparizioni sono, per loro, dei momenti opportuni per risanare, per curare, per superare le paure e servono anche per animarli a riunirsi di nuovo e così prolungare la missione di Gesù. Questo è il ministero della riconciliazione esercitato da Gesù risuscitato e offerto ai suoi seguaci.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (21,1-19) 1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4 Quando già era l´alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».6 Allora egli disse lor o: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E´ il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. 9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po´ del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena   di   centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E     nessuno       dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. 15 Quand´ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le mani e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».      Parola del Signore

Meditazione

1-7 «Io vado a pescare»

I discepoli sono ritornati in Galilea. Ci sono Simon Pietro, Tommaso «il Gemello», Natanaele di Cana, i figli di Zabedeo e altri due discepoli. Tutto sembra normale, alla fin fine erano dei pescatori di quella regione. Eppure si scopre, nel racconto, un certo scoraggiamento. Hanno lasciato Gerusalemme. Là non c´é più niente da fare. Pietro torna a fare quello di prima: pescare. Nonostante le apparizioni, l´esperienza con Gesù é finita. Passano la notte nel lago e non pescano niente. In realtà l´esperienza con Gesù aveva cambiato la loro vita per sempre, anche se non lo volevano ammettere. Cercano di pescare, ma é un totale fallimento, non ci riescono più. Il passato non può essere dimenticato in modo netto e arbitrario. Lo vogliano o no sono pescatori di uomini, non di pesci. Uno sconosciuto parla con loro in un modo affettuoso, chiamandoli «ragazzi, figlioli» e si informa per la pesca.  Suggerisce loro di gettare le reti dall´altro lato della barca (bisogna cambiare di prospettiva se si vuole essere delle persone nuove e libere, mentre le vittime della violenza cercano di liberarsi dai loro traumi ossessivamente sempre allo stesso modo, dalla stessa parte). Il discepolo amato riconosce lo sconosciuto: «E´ il Signore». Simone, ancora una volta si lascia prendere dal suo istinto: si getta in acqua.

 

 8-14 Ospitalità sulla riva

Questo è l´unico racconto in cui Gesù prepara un pasto per i suoi discepoli. «Venite a mangiare». L´invito di Gesù lascia i discepoli senza parole. Nel cammino a Emmaus egli aveva creato un ambiente di ascolto, nel cenacolo di Gerusalemme, un ambiente di sicurezza, sulla riva del lago di Tiberiade, un clima di ospitalità.

I discepoli falliscono nel loro tentativo di pescare; adesso l´enorme retata cancella il fallimento più recente. Nel ministero della riconciliazione, quello stesso che realizza Gesù con le sue apparizioni pasquali, si comincia con un prudente ma intenso accompagnamento delle vittime, accettandole così come sono, con i loro traumi e fallimenti. Poi viene l´ospitalità. Gesù ha la delicatezza di chiedere una parte della pesca appena realizzata, perché sentano che anche loro contribuiscono al cibo. In questo modo Gesù ritorna all´abitudine del mangiare insieme.

  15-19 Ristabilire connessioni e affidare compiti

Gesù comincia a fare delle domande a Pietro solo dopo aver finito di mangiare. Sicuramente, tra tutti i discepoli, Pietro era colui che caricava con il peso più grande: aveva rinnegato il suo maestro. In tutti i racconti della risurrezione, lui solo appare di buon mattino nella corsa con Giovanni verso il sepolcro, poi si rinchiude nel suo silenzio e solitudine. Gesù non gli chiede se sa chi è colui con il quale sta parlando. Neppure ritorna al doloroso ricordo, che brucia il cuore di Pietro. Gli domanda: «Mi ami?». E si dirige a lui come «Simone», non come «Pietro». L´importante qui non è la funzione, ma la persona, che porta dentro di sé la ferita del tradimento. Gesù conosce bene come è debole e impulsivo Pietro, ma sa anche che, nonostante tutto, lo ama per davvero. Se gli avesse domandato se lo riconosceva avrebbe riparato il fatto di averlo negato, domandandogli se lo ama ristabilisce il vincolo con lui e con la comunità. Il recupero delle connessioni è il terzo passo nel ministero della riconciliazione. Questo mette fine all´isolamento, che distrugge la fiducia e spinge le vittime a non credersi degne di essere trattate come persone. Questo è proprio quello che desidera l´aggressore. Il quarto passo consiste in affidare un compito. «Pasci le mie pecore»: è la vocazione e la missione di Pietro, restituita a lui, con totale fiducia, da parte del Signore. L´ultima parola del testo è, giustamente: «Seguimi».

Il ministero della riconciliazione

Sono quattro i passi di questo ministero: accompagnamento, ospitalità, recupero delle connessioni, affidamento di compiti. I due primi esigono una speciale iniziativa, che si può imparare con lo studio e la pratica. Gli ultimi due esigono una speciale spiritualità. Alla fine si avranno delle comunità di riconciliazione, che è ciò che Gesù vuole per i suoi discepoli, segnate   da   tre    aspetti: comunità    di sicurezza, nelle quali è possibile ricostruire la fiducia; comunità di memoria, una memoria che libera dalla sofferenza del passato, non quella che distrugge continuamente le persone e i gruppi; comunità di speranza, dove si coltivano i germogli di un mondo futuro migliore e più giusto. Sicuramente non riusciremo a fare tutto, né lo faremo in modo perfetto. Noi tutti, come ministri della riconciliazione, dovremo molte volte aspettare ed ascoltare, mentre Dio agisce sui cuori e le coscienze, sicuri che la riconciliazione è frutto della risurrezione.

 Alcune domande

– Come possiamo accompagnare le vittime della violenza? Come lo stiamo facendo?- Nel compito dell´ospitalità, sappiamo avere la delicatezza di chiedere anche il  contributo delle vittime (Gesù chiese un poco di pesce ai discepoli) o pensiamo che dobbiamo fare tutto noi?- Che cosa significa ristabilire le connessioni? Possiamo dare qualche esempio? – Come condividiamo il lavoro, la vocazione con gli altri?

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