lectio divina Pentecoste: IL DONO DELLO SPIRITO 3 giugno 2025
IL DONO DELLO SPIRITO Contesto Questi pochi versi, non continui, fanno parte del lungo discorso di…
IL DONO DELLO SPIRITO Contesto
Questi pochi versi, non continui, fanno parte del lungo discorso di Gesù che va dal capitolo 13 al 17 del vangelo di Giovanni. Il tema è uno solo: seguire Gesù, ascoltarlo, vivere come Lui. Questi versetti parlano, in modo speciale, di tre motivi di consolazione molto forti per noi: la promessa della venuta del Consolatore; la venuta del Padre e del Figlio all´anima del discepolo che crede; la presenza di un maestro, che è lo Spirito Santo, grazie al quale l´insegnamento di Gesù rimarrà per sempre.
Qui ci è offerta, quindi, la rivelazione più completa su Gesù nel mistero della Trinità, ma anche la rivelazione sulla nostra vita cristiana, il potere, la missione, la gioia e il dolore, la speranza e la lotta. Entrando in profondità in questo messaggio, possiamo scoprire la verità del Signore e la nostra di fronte a Lui e in Lui.
Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-16.23-26) [Disse Gesù ai suoi discepoli]: 15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre…23 Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25 Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Meditazione
Il volto del Padre Gesù dice: “io pregherò il Padre” (v. 16). Gesù vive la sua relazione con il Padre attraverso la preghiera; anche per noi la preghiera è il cammino che conduce al Padre. Possiamo percorrere le pagine del Vangelo e cercare con attenzione qualunque indizio che riguardi questo segreto di amore tra Gesù e suo Padre, perché entrando in quella relazione, anche noi possiamo conoscere di più il Padre Dio.
“ed egli vi darà un altro Paraclito”. Il Padre è chi ci dà il Consolatore. Nei tribunali antichi, in occasione di un giudizio, non si cercava tanto la verità dei fatti, quanto la testimonianza di una persona irreprensibile, che si mettesse dalla parte di chi era giudicato. Questa persona era chiamata, in greco: il paraclito, cioè il difensore, l´accompagnante fidato, colui che rispondeva per uno. Lo Spirito Santo é il nostro paraclito, colui che risponde per noi. Il Padre ci dà il Consolatore attraverso Gesù glorificato. Gesù, che fu concepito per opera dello Spirito, che lo ha ricevuto nel battesimo e che sente la sua presenza all´inizio della sua missione, nella sinagoga di Nazaret, restituisce lo Spirito sulla croce. Dopo la risurrezione lo riceve di nuovo per distribuirlo a tutti (cfr. Gv 7,39).
“Il Padre mio lo amerà” (v. 23). Il Padre è la fonte dell´Amore, colui che ama con amore eterno, assoluto, incondizionale, incancellabile. Cosi lo affermano Isaia, Geremia e tutti i profeti (cfr. Ger 31,3; Is 43,4; 54,8; Os 2,21; 11,1).
“verremo a lui”. Il Padre è unito al suo Figlio Gesù, è una sola cosa con Lui e con Lui viene ad ogni uomo, è dentro di ognuno. Si muove, esce, si china e cammina verso di noi. Spinto da un amore delirante e inspiegabile, Egli viene al nostro incontro.
“e prenderemo dimora presso di lui”. Il Padre costruisce la sua casa dentro di noi; fa di noi, della nostra esistenza, di tutto il nostro essere, la sua dimora. Egli viene e non se ne va, qualunque cosa accada, perché è sempre fedele alla sua presenza.
Il volto del Figlio “Se mi amate…” (v. 15); “Chi mi ama…” (v. 23). Gesù entra in relazione con noi in un modo unico e personale, faccia a faccia, cuore a cuore, anima a anima; ci propone un legame intenso, unico, irripetibile e ci unisce a Lui attraverso l´amore, se noi lo vogliamo. Sempre pone il “se” e dice, chiamandoci per nome: “Se vuoi…”. L´unico cammino che Egli percorre per arrivare da noi, è quello del suo amore e della nostra volontà.
“io pregherò il Padre” (v. 16). Gesù è colui che prega, che vive della preghiera e per la preghiera; tutta la sua vita è piena di preghiera, era preghiera. Egli è il sommo ed eterno sacerdote che intercede per noi e offre preghiere e suppliche, accompagnate da lacrime (cfr. Eb 5, 7), per la nostra salvezza: “Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio: egli infatti è sempre vivo per intercedere a loro favore” (Eb 7, 25).
“Se qualcuno mi ama conserverà la mia parola” (v. 23); “Chi non mi ama non conserva le mie parole” (v. 24). Gesù ci offre la sua Parola, ce la dà come impegno, perché ne abbiamo cura e la conserviamo, la mettiamo nel tesoro del nostro cuore perché ci dia calore, la proteggiamo, la contempliamo, la ascoltiamo e, facendo questo, la facciamo fruttificare. La sua Parola è un seme; é la perla più preziosa di tutte, per la quale vale la pena di vendere tutte le ricchezze; é il tesoro nascosto nel campo, per il quale si scava, senza avere paura della fatica; é il fuoco che fa ardere il cuore nel nostro petto; é la lampada che ci permette di avere luce per i nostri passi, anche se la notte è buia. L´amore alla Parola di Gesù si identifica con il nostro amore per Lui, per la sua persona, già che Lui, in definitiva, è la Parola, il Verbo. E, pertanto, in queste parole, Gesù sta dicendo al nostro cuore che è a Lui che dobbiamo guardare!
Il volto dello Spirito Santo “Il Padre vi darà un altro Consolatore” (v. 16). Lo Spirito Santo ci è stato dato dal Padre; è il “buon regalo e il dono perfetto che viene dall´alto e discende dal Padre” (Gc 1, 17). Egli è “l´altro Consolatore” in relazione a Gesù, che sta per andarsene e viene per non lasciarci soli, abbandonati. Mentre siamo nel mondo, non siamo senza consolazione, ma confortati dalla presenza dello Spirito Santo, che non è solo consolazione, ma molto di più: è una persona viva sempre accanto a noi. Questa presenza, questa compagnia è capace di darci la gioia, la vera gioia; di fatto dice San Paolo: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace …” (Gal 5, 22; cfr. anche Rm 14, 17).
“Perché rimanga con voi per sempre”. Lo Spirito è in mezzo a noi, come Gesù stava con i discepoli. Non lo vediamo, ma sappiamo che c´è e che non ci abbandona. Lo Spirito rimane per sempre e vive con noi, in noi, senza limiti di tempo o di spazio.
“Vi insegnerà ogni cosa” (v. 26). Lo Spirito Santo è il Maestro, colui che apre il camino per la conoscenza, l´esperienza; nessuno, all´infuori di Lui, ci può guidare, plasmare, dare una forma nuova. La sua scuola non è per raggiungere una scienza umana, che gonfia e non libera; i suoi insegnamenti, i suoi suggerimenti, le sue indicazioni concrete vengono da Dio e a Dio ritornano. Lo Spirito Santo insegna la vera sapienza e la conoscenza (Sal 118, 66), insegna la volontà del Padre (Sal 118, 26.64), i suoi sentieri (Sal 24,4), i suoi comandamenti (Sal 118, 124.135), che danno vita. Egli è il Maestro capace di guidarci alla verità piena (Gv 16, 13), che ci rende liberi nel più profondo di noi, fin dove si divide l´anima e lo spirito, là dove solo Lui, che è Dio, può portare vita e risurrezione. E´ umile, come Dio, e si abbassa, discende dalla sua cattedra e viene in noi (cfr. At 1, 8; 10, 44), si dona a noi così, in modo totale, assoluto; non è geloso del suo dono, della sua luce, ma l´offre senza misura.
Alcune domande – “Se mi amate”. La mia relazione con il Signore, è una relazione di amore? C´è spazio nel mio cuore per Lui? E se mi accorgo che dentro di me non esiste l´amore, o ce n´è poco, cerco di domandarmi: “Che cos´è che mi blocca, che tiene chiuso il mio cuore, lo tiene prigioniero, con tanta tristezza e solitudine?”– “Osserverete i miei comandamenti”. Vivo illuminato nella mia relazione di discepolo, di cristiano, dalla Parola e dai comandamenti, che Gesù ci ha lasciato per la nostra vita?
– “Egli vi darà un altro Paraclito (Consolatore)”. Quante volte mi sono messo alla ricerca di qualcuno che mi consolasse, si preoccupasse di me, mi offrisse affetto o mi prestasse attenzione? Confido di più nelle consolazioni che trovo qui o là, che di quelle di Dio?– “Vivremo in lui”. Il Signore è alla porta, chiama e aspetta. Egli dice: “Se vuoi…”. Mi propone di diventare sua casa, luogo della sua intimità. Sto in attesa della visita, della venuta, l´entrata di Gesù nella mia esistenza più intima e personale? C´è posto per Lui nella mia casa? – “Vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Che cosa mi sforzo di trattenere nella mia mente, di far vivere nel mio mondo interiore?