Lectio divina “il mio discepoli” 2 settembre 2025

IL MIO DISCEPOLO         Contesto Né le relazioni familiari né le proprietà possono essere un impedimento per…

IL MIO DISCEPOLO         Contesto

Né le relazioni familiari né le proprietà possono essere un impedimento per seguire Gesù, che tuttavia esige un totale distacco. Dal momento che questo non è facile per nessuno, è necessario misurare le forze, per essere sicuri di esserne capaci. Il caricare la croce non suppone un peso aggiunto alle difficoltà e ai problemi della vita, ma uno stile, un modo di vivere alla luce del vangelo. Non è una questione di sofferenza (Dio Padre non vuole che soffriamo), ma di fedeltà totale a ciò che egli si aspetta da noi. Mentre la nostra sequela di Gesù non tocchi le nostre tasche, la nostra fede si riduce a parole vuote. Luca ci propone la sua teologia della povertà come sequela di Gesù.

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Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33) 25 Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: 26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. 27 Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. 28 Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? 29 Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: 30 Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. 31 Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? 32 Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. 33 Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Parola del Signore

Meditazione

25 Lo seguiva molta gente

Gesù nel suo cammino è accompagnato, non da un gruppo di discepoli, ma da una grande quantità di persone, che avevano dei motivi molto diversi per seguirlo. Quindi si rivolge a tutti, senza differenze, senza offrire diversi livelli di esigenze. “Si voltò” e parlò loro. Gesù cammina davanti a noi, e, allo stesso tempo, si trova di fronte a noi. Egli segna il cammino, sa dove bisogna andare, ma anche come bisogna seguirlo. Egli non solo cammina, ma è “il cammino”.

C´è quindi una dialettica costante tra il vivere in comunione, il camminare con Gesù e l´essere richiesti, incalzati da Lui. Di lì che il cammino sia un invito a qualcosa di sempre nuovo, qualcosa che va sempre più in là.

Il testo che segue consta di tre esigenze fondamentali e di due parabole.

26 Odiare il padre, la madre, i figli, i fratelli e sé stessi…

La prima esigenza fa riferimento alla famiglia.  Per molti, essere cristiani è “continuare la tradizione familiare”. Ma i legami familiari, anche se sono importanti, non sono qualcosa di assoluto. Nel testo originale si parla di “odio” e questo ha significato uno scandalo per molti cristiani. Non si tratta di svalutare l´amore ai genitori (non è questo un comandamento di Dio? non lo ha vissuto in modo esemplare lo stesso Gesù?), l´amore matrimoniale (non è un sacramento dell´amore di Dio?), l´amore ai figli (non è l´immagine usata da Gesù per farci capire come ci ama il Padre?).

Per famiglia (padre, madre, figli, fratelli) si intende il clan in cui uno vive, la comunità biologica di sangue, la sicurezza della razza, l´ideale di un destino condiviso. Chiudersi nell´amore di una famiglia, basato sui legami del sangue, gli interessi della razza, le funzioni di un partito, le frontiere di uno stato… suppone confondere l´amore con la visione ristretta, il bene degli altri con gli interessi personali. Cristo è venuto a creare un amore che rompe barriere; per questo offre la sua protezione agli emarginati, i peccatori, gli stranieri. Solo nella misura in cui, seguendo il suo esempio, cerchiamo il bene di tutti, senza limitazioni e siamo capaci di rompere gli ostacoli, che separano clan, razze e nazioni, saremo seguaci di Gesù.

L´amore a Gesù non si contrappone all´amore alla famiglia, ma questa deve essere amata, non tanto per legami umani, ma attraverso di lui. I lacci di sangue si possono spezzare e, a volte, nelle famiglie, crescono gli odi più feroci; l´amore in Cristo aiuta a superare le difficoltà e i problemi e crea di nuovo l´armonia distrutta. Sicuramente questa pagina toccava da vicino la vita della comunità di Luca, nella quale, per la conversione, si creavano difficoltà e divisioni ed era necessario realizzare delle scelte.

27 La croce

La seconda esigenza parla della croce. Per molti, essere cristiani, è “compiere quello che Dio comanda, pensando che, così, tutto ci andrà bene”. Invece, chi sceglie di seguire Gesù, deve assumere su di sé le conseguenze di quella elezione; e posporre tutto -persone e beni materiali- a quella scelta.

Caricare la croce non significa accettare passivamente le ingiustizie (neppure il dolore inevitabile, come quello della malattia, deve essere accettato passivamente). Dio non vuole che i suoi figli soffrano. Non è certo che il dolore, per il solo fatto di essere dolore, ci avvicini a Dio. Ciò che avvicina a Dio è l´amore. Per questo lui ci incoraggia a lottare contro l´ingiustizia, che provoca sofferenza, e ci invita ad unirci nell´impegno per costruire un mondo, nel quale sia possibile la felicità per tutti. L´impegno di lottare contro il dolore, che alcuni uomini causano ad altri, ci fará scontrare, come successe con Gesù, con gli ingiusti, con gli oppressori, con gli sfruttatori… e con i loro consiglieri spirituali.

La croce è l´accettazione del progetto di Dio e la lotta per un mondo nuovo, assumendo la vita   come   una forma di servizio agli altri, fino alla morte, se è necessario.

Seguire Gesù è una decisione per tutta la vita e fino a dare la vita. Né gli onori, né il prestigio, né il potere, né le ricchezze, né la famiglia ci possono servire di scusa. Non si tratta, quindi, semplicemente di pratiche ascetiche per dominare le passioni o rafforzare la volontà; questo sarebbe semplificare il vangelo. Si tratta di scommettere, come Gesù, tutta la vita in difesa della libertà, della giustizia, a favore dei poveri, degli emarginati e discriminati.

28-32 La torre e la guerra

A quanto pare, Gesù non aveva interesse per un gran numero di seguaci; al contrario, ci presenta la scelta per lui come qualcosa che, solamente, devono fare quelli che optano, dopo una matura riflessione.

Più ancora, come si capisce dalle due brevi parabole -costruire la torre e fare una guerra- non si tratta di scegliere tra il male e il bene, ma semplicemente tra il vivere allo stile di Gesù oppure secondo un altro stile di vita. L´insegnamento delle parabole è semplice: i progetti di questo mondo impongono dei costi, piani, sacrifici; perché lasciamo la sequela di Gesù alla buona, senza alcun ordine, senza logica e senza sforzo?

Chi si senta inclinato per seguire Gesù deve cominciare a riflettere e considerare bene se ha la volontà decisa e le forze richieste non solo per farsi discepolo suo, ma per perseverare fino alla fine. E´ necessario intraprendere la sequela di Gesù con gli occhi e il cuore ben aperti; la decisione per il regno esige maturità e serietà, perseveranza e fatica, intelligenza e programmazione. Seguire Gesù, edificare il regno, costruire una comunità, sono compiti duri e costosi, ma quanti sconti importanti abbiamo fatto… Una vita cristiana adulta non può essere il frutto del caso o dell´improvvisazione. Tutti dobbiamo avere un progetto di cammino cristiano e domandarci: che Gesù seguiamo? che Chiesa vogliamo? che ruolo siamo disposti ad assumere come cristiani nel mondo?

Gesù preferisce l´uomo che pospone la sua elezione cristiana, la ritarda o l´annulla per non dovere, poi, scontrarsi con un peso, che non può sopportare. Altrimenti sarà oggetto della burla della gente, che dirà: «Questo uomo ha cominciato a costruire (la sua fede in Cristo) e non è stato capace di finire».

33 Rinunciare a tutto

La terza esigenza parla di rinunciare a tutti i beni.

Rinunciare ai beni non suppone prescindere dal mondo, ma indirizzarlo al regno: servirsi delle cose con un amore aperto a tutti i bisognosi. In questo senso, Luca condanna per sempre una proprietà privata, nella quale il padrone si crede con il diritto di usare la ricchezza secondo il suo capriccio. La proprietà privata è cristiana nella misura in cui è al servizio della comunità umana. Giovanni   Paolo II   lo ha detto chiaramente   quando afferma che “su ogni proprietà privata grava un’ipoteca sociale”.

Tutto il Vangelo é un richiamo alla libertà interiore e alla crescita dell´uomo. Gesù non promette il successo in questo mondo, e neppure lo esige. Le esigenze del cristiano, secondo Luca, consistono nella rinuncia ai beni e nel distacco totale. Con un linguaggio paradossale, si dice che bisogna posporre il mondo familiare all´amore di Cristo; «portare la croce», cioè, essere disposti a mantenersi fedeli alla causa del regno. E Gesù aggiunge: «dietro di me», per alludere alla sequela, al ruolo del discepolo. La sequela non può dipendere da un impulso facile, da un entusiasmo superficiale o da un sentimento immediato. Coscienti che esiste una gerarchia di valori, i cristiani saranno disposti a fare delle rinunce per seguire Gesù.

Alcune domande

– Come ci possiamo separare da tutto quello che lega il cuore: affetti ricevuti e dati, la

   vita stessa, per seguire Gesù?

– Porto in me la logica della croce, cioè, la logica dell´amore gratuito?

– Gesù chiama ancora a seguirlo, con le sue condizioni ed esigenze. Quali saranno   queste esigenze, oggi? Che cosa significa lasciare i legami familiari? Come portare  la croce?

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