Lectio divina UN COMANDAMENTO NUOVO 13 maggio 2025
UN COMANDAMENTO NUOVO Contesto La seconda parte del vangelo di Giovanni, dopo il Libro dei Segni…
UN COMANDAMENTO NUOVO Contesto
La seconda parte del vangelo di Giovanni, dopo il Libro dei Segni (cap. 2-12), si divide in due sezioni: i discorsi di addio e la storia della passione e della risurrezione. I discorsi di addio, molto estesi, parlano del vero discepolo, del precetto dell´amore, della promessa del Consolatore, dell´annuncio del tradimento di Giuda e dell´abbandono di Pietro. La seconda sezione ci presenta la passione e la risurrezione di Gesù come un momento di esaltazione e di gloria.
Leggiamo l´inizio del primo discorso di addio, nel quale si afferma che la passione e, allo stesso tempo, esaltazione. Con la sua partenza Gesù manifesta la gloria del Padre. I discepoli di Gesù, rimanendo qui, manifestano la sua gloria se si amano gli uni gli altri. Dio li ha amati per primo, mandando suo Figlio al mondo perché si offrisse per tutti; l´amore dei discepoli è una risposta e una manifestazione di quell´amore, che Dio ha mostrato loro attraverso il suo Figlio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-35) 31 Quand’egli fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. 32 Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33 Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. 34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».
Meditazione
31 Quando Giuda fu uscito
Giuda è appena uscito. Gesù gli aveva offerto ancora una volta la sua amicizia, ma l´aveva rifiutata. La delusione forse, il suo orgoglio, le sue ambizioni… l´hanno portato a un vicolo senza uscita. Ha preso la decisione di consegnare Gesù nelle mani dei capi della sua religione e della sua nazione. E´ troppo attaccato alle istituzioni e tradizioni dei suoi padri; le vuole conservare ed ha scoperto che Gesù non ha nessun interesse per riformare nulla perché non vuole conservare nulla: bisogna nascere di nuovo. Per questo lo tradirà.
Gesù lo sa, ma non lo denuncia; al contrario, gli mostra di nuovo il suo affetto, e al non incontrare corrispondenza, lo congeda con queste parole: «Quello che stai per fare, fallo subito». Così Gesù accetta la morte.
32 La gloria del Figlio dell´uomo
E così è glorificato il Figlio dell´uomo. Una frase così noi la interpreteremmo nel senso che, finalmente, gli è riconosciuto il suo valore, gli si fa giustizia, è circondato di onori. Gesù pensa in un altro modo. La glorificazione coincide con l´ultimo atto di rifiuto da parte dei suoi, di abbandono, di umiliazione. E´ evidente che la morte, di per sé, non è gloria per nessuno; ma sì lo è, ciò che in quella morte si rivela: un amore senza limiti, senza misura. Inoltre questo è unicamente il primo atto di quello che verrà dopo: crocifissione-morte-risurrezione-Chiesa compenetrata dallo Spirito. Il Padre glorificherà il Figlio con la risurrezione perché il Figlio glorifica il Padre attraverso la sua fedeltà e obbedienza.
33 Non per molto tempo
Gesù si dirige ai suoi con un termine di affetto (Figlioli, letteralmente “figlioletti”). Il momento è emozionante, perché sta per annunciare loro la sua prossima partenza. Per questo, le parole che seguono prendono il carattere di un testamento.
I discepoli lo cercheranno, perché la sua assenza sarà per loro un dolore; ma non si tratterà di una assenza definitiva. Sarà il tempo del digiuno, perché lo sposo non è più con loro.
34 Un comandamento nuovo
Il precetto dell´amore è nuovo, non per il suo contenuto, ma per l´estensione, per la motivazione, per l´esempio.
Per l´estensione, perché abbraccia ogni persona, senza distinzione; per la motivazione, perché nasce dall´amore del Padre e per l´esempio e la misura: amare come Gesù. L´uomo, che ha come modello l´amore di Gesù, ama i suoi simili più che sé stesso. Non c´è più da preoccuparsi di Dio – il comandamento di Gesù non comanda di amare Dio! – ma solo di essere simili a Lui, amando tutti come Lui.
Gesù lo chiama “comandamento” per opporlo a quelli dell´antica Legge. Ma, in realtà, l´amore non è né può essere un precetto imposto dal di fuori. Nasce dalla sintonia e dall´identificazione con il Padre e con Gesù.
L´amore che Gesù ci richiede è nuovo perché sta nella stessa linea del comandamento che Gesù ha ricevuto dal Padre: dare la vita perché gli uomini abbiano vita.
E´ nuovo perché riflette la vera relazione con la divinità. La relazione dell´uomo con Dio è un rapporto di amore.
E´ nuovo perché non solo risulta «edificante» per gli altri, ma anche «rivelatore» dell´amore che esiste tra il Padre e il Figlio.
E´ nuovo perché introduce il tempo nuovo: «le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera» (1 Gv 2,8); perché, se si mette in pratica, darà come frutto «un cielo nuovo e una terra nuova…» nel quale «non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,1.4), un mondo nel quale gli uomini possono vivere felici.
35 Da questo tutti sapranno
L´amore che c´è tra i discepoli di Gesù deve essere visibile, cioè, mostrato con opere, e sarà il segno distintivo della sua comunità. Quello che i discepoli imparano dal loro Maestro non è una dottrina, ma un comportamento: non si distingueranno per un sapere speciale, neppure sono chiamati a comunicare all´umanità molte teorie su Dio. Dovranno creare condizioni di convivenza umana, mostrando che l´amore e una società nuova sono possibili. L´identità del gruppo non si fonderà su osservanze, leggi o culti. Mettendo come unico distintivo l´amore, Gesù libera i suoi da ogni condizionamento culturale: l´amore è un linguaggio universale.
Alcune domande
– Siamo testimoni dell´amore di Dio affinché gli altri possano credere?
– Amiamo «come» Gesù ci ha amati? Qual è quella misura? Come si può realizzare questo?
– Come possiamo essere veri testimoni di Gesù?