lectio divina A due a due 2 luglio 2025
A DUE A DUE Contesto Solo Luca ci parla di questa missione dei discepoli. Non…
A DUE A DUE
Contesto
Solo Luca ci parla di questa missione dei discepoli. Non sono più solo i Dodici, ma settantadue, (secondo Genesi 10, tanti sarebbero i popoli della terra), quelli che escono ad evangelizzare. E´ vero che la grande missione comincerà dopo Pentecoste, ma si vuole insistere sull´idea che tutti sono chiamati ad essere annunciatori della buona notizia del regno. Vanno a due a due perché la loro testimonianza abbia valore (Deuteronomio 17,6). Ci sono tre raccomandazioni: la preghiera, l´annuncio, la povertà. Il raccolto abbondante preannuncia il giudizio di Dio, ormai vicino. La missione non è facile, per questo si parla di pecore in mezzo ai lupi.
Dal Vangelo secondo Luca (10,1-12.17-20) 1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. 10 Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: 11 Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. 12 Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.
17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Meditazione
1 Missionari samaritani?
Solo Luca ci racconta di questa chiamata e missione. Perché?
Al tempo di Luca molti pagani abbracciavano la fede cristiana e si trasformarono in veri apostoli. Forse, per questo, Luca anticipa qui quel fervore, parlando di una chiamata e missione, che si realizza in terra samaritana. Ispirandosi nell´esperienza di Gesù, animava così la sua comunità degli anni 80.
Prendendo come esempio la missione dei Dodici, Luca ne racconta adesso una nuova, sotto il segno dell´universalità. La missione dei Dodici, tanto in territorio giudeo (9,1-10) come in territorio samaritano (9, 52-53) -anche se per ragioni opposte-, non era stata propriamente un successo. Ma Gesù non si perde di coraggio. «Dopo questo», la chiamata di nuovi discepoli (i tre del capitolo anteriore), «designò altri Settanta(due)», oltre i Dodici. Mentre quelli ricordano il nuovo Israele (le dodici tribù), i settanta(due) rappresentano la nuova umanità. Gesù li manda «a due a due», formando una piccola comunità, affinché mostrino con i fatti quello che annunciano con la parola.
2 Il raccolto
L´immagine del raccolto fa ricordare quella della semina. Il raccolto abbondante esprime ottimismo, il regno di Dio comincia a produrre frutti. Questo suppone la benedizione del padrone. Però mancano operai, persone che coordinino le diverse e varie attività dei membri della comunità, animatori e responsabili, affinché i più bisognosi abbiano parte dei beni.
Restringere il senso di «operai» a sacerdoti, religiosi o missionari è impoverire il testo e la mentalità di Gesù. C´è bisogno di persone, che abbiano il senso della comunità, che veglino perché non si perda il frutto, che lo raccolgano e lo distribuiscano.
Il primo imperativo della missione é: «Pregate». Come Cristo, anche il discepolo sa che la fecondità del ministero nasce solamente dal contatto vivo e personale con Dio. La stessa origine del ministero apostolico è legata all´orazione affinché Dio generi nuovi messaggeri. La missione è grazia, che si può ottenere per la Chiesa solo attraverso la preghiera.
3 Agnelli tra i lupi
Un secondo impegno della missione è l´annuncio, fatto di serenità e di coraggio: anche in mezzo ai pericoli e la persecuzione non ci possiamo lasciare tentare dal fascino della violenza o dell´imposizione. Sempre dobbiamo essere come degli agnelli, che fanno delle proposte senza obbligare nessuno.
L´annuncio è dire ai poveri che Dio è dalla loro parte e che se loro sono poveri non è colpa sua, ma delle strutture ingiuste; tenere informati i credenti affinché facciano attenzione a tante istituzioni che, come a Gerusalemme, vogliono mantenere i loro fedeli come se fossero degli eterni minorenni… Tutto questo smaschererà i molti lupi vestiti con pelle di pecora, che attaccheranno senza pietà i messaggeri della Buona Notizia di Gesù.
4.7.8-9 Non portate…
Un terzo impegno del missionario è molto proprio di Luca: la povertà. Colui che annuncia il vangelo non si lega al denaro o al vestito, riceve quello che gli danno e condivide quello che ha, cioè il suo amore per gli ammalati e gli afflitti.
9.11 Il regno
Il punto di partenza sta nel fatto che il regno arriva. Non è la missione che dà origine al regno, ma, al contrario, è il regno che suscita missionari per annunciarlo. Al di sopra di tutte le incertezze e infedeltà degli uomini c´è la certezza che Dio salva, cioè, che “il regno sta arrivando”.
5 La pace
Sempre il regno viene come “pace”. Per questo i missionari devono invocare la pace di Dio sulle case e sulle città dove arrivano. La pace, secondo la Bibbia, non è la mancanza di una guerra aperta, ma è la presenza dei beni della vita, la felicità, la speranza, l´apertura a Dio e la giustizia tra gli uomini.
6-9 L´accoglienza
La parola di Gesù assicura al missionario la possibilità che sia ascoltato il suo messaggio. Ci sono famiglie e città che ricevono la chiamata al regno. In questa circostanza si parla della necessità di una distribuzione di beni. Il messaggero dedicato completamente al lavoro del regno offre gratuitamente la parola; quelli che l´ascoltano offrono la loro casa e il loro cibo. Ognuno dà di quello che ha e tutti condividono.
6.11-12 Il rifiuto
Però esiste anche la possibilità dello scontro. In questo caso, la situazione di ogni gruppo è differente: i discepoli non hanno la capacità di difendersi e non hanno altra via di uscita che la strada di Gesù, che li indirizza verso la morte. I persecutori, da parte loro, corrono il rischio di un fallimento definitivo.
17-20 Il ritorno
L´opera di Gesù e la missione cristiana trovano la loro espressione nella sconfitta di Satana o del male. Per questo i missionari sono felici, perché stanno facendo esperienza della pienezza del regno che è vita, giustizia e pace. La loro grandezza consiste nell´aver realizzato l´incontro personale con Dio e nell´essersi impegnati nel progetto del Signore; per questo i loro nomi appartengono al regno dei cieli.
Alcune domande
– Potrei essere io uno di quei discepoli mandati dal Signore? O penso che solo le persone molto preparate possono essere «apostoli»?
– Ho la capacità per scoprire, a partire dalla mia piccolezza, «queste cose del Regno di
Dio», che molte volte i grandi e i saggi non scoprono?
– Che cosa dice a me questa lettura?