Siate Pronti – lectio divina 5 agosto 2025

SIATE PRONTI       Contesto La comunità di Luca viveva in un mondo difficile e sentiva la tentazione…

SIATE PRONTI       Contesto

La comunità di Luca viveva in un mondo difficile e sentiva la tentazione di abbandonare la fiducia in Dio e in Gesù, il cui ritorno tardava sempre di più. Però anche quando la fede va perdendo di importanza agli occhi della gente bisogna mantenersi fedeli nel servizio a Dio. Invece di preoccuparsi per le ricchezze, il discepolo deve attendere la venuta del Signore. Molte parabole trattano questo tema. La prima insiste sulla necessità di stare svegli aspettando l´arrivo del Signore. La seconda ci dice che l´ora di quella venuta è sconosciuta a tutti. La terza, raccontata a Pietro, esige responsabilità da parte di quelli che stanno a capo della comunità. In ogni caso la responsabilità sarà tanto più grande, quanto più si conosce il mandato del Signore.

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese», il caffè spirituale di mons. Savino - BariSeranews

Dal Vangelo secondo Luca (12,32-48) 32 Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. 33 Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. 34 Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. 35 Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; 36 siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. 37 Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. 38 E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! 39 Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. 40 Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate». 41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». 42 Il Signore rispose: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. 44 In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. 45 Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, 46 il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l’aspetta e in un’ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. 47 Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; 48 quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.

32-34 Piccolo gregge

 “Non temere, piccolo gregge; perché il Padre ha pensato bene di darvi il regno”. Parole rivelatrici che ci annunciano tre realtà fondamentali: non avere mai paura, succeda quel che succeda, la realtà di un gruppo piccolo di discepoli e il possesso fin d´ora del regno. Il regno del Padre sarà per questo piccolo gregge. Il regno richiede un tipo di convivenza dove non ci si sforzi per accumulare, ma ci sia solidarietà. Non possiamo avere paura perché Gesù cammina accanto a noi, perché sta sempre al nostro fianco (Mt 28,20). Quello che davvero dobbiamo temere è di perdere l´orientamento della nostra vita (Lc 9,23-25). La piccolezza del gruppo fa soprattutto riferimento alla mancanza di potere, alla debolezza delle sue forze. Ma indica anche che il numero dei veri discepoli sarà sempre piccolo. Contare per centinaia i milioni di cristiani e osservare la grande influenza della Chiesa istituzionale ci può indurre in errore.

Quanti sono i cristiani che hanno come unica norma della loro vita la fedele sequela di Gesù? Però non a parole, ma con i fatti. Il cuore e, nella Bibbia, il centro della vita cosciente e libera. Quello che si considera come un tesoro accentra gli interessi e alimenta l´attività. Gesù ci invita a mettere il nostro tesoro in un luogo centrale della vita: nel regno, che il Padre offre a tutti quelli che sono disposti a lavorare a favore della persona umana.

35-38 La parabola del signore che torna dalle nozze

L´israelita si cinge la tunica per lavorare o per camminare. Avere la cintura ai fianchi è essere pronti per qualunque attività. Le lampade ci suggeriscono che la scena si svolge di notte. Luca non presenta il signore come se fosse lui lo sposo, ma come un invitato a delle nozze anonime. La reazione del padrone è evidentemente esagerata, incredibile e proprio per questo è interessante: il padrone si trasforma in servo e invita i servi a un banchetto. Il Dio di Gesù non è un essere immobile, egli arriva in qualunque momento ed è capace di qualunque novità, perfino di trasformarsi in nostro servitore. L´uomo prudente e saggio è anche vigilante. La vigilanza non è qualcosa di opzionale, è una necessità vitale.

39-40 La parabola del ladro

Un motivo in più per essere vigilanti è il fatto che non sappiamo quando verrà il Signore. I ladri scelgono la notte e usano la strategia di aprire un buco; la sorpresa è il loro metodo principale. La vigilanza tanto collettiva come individuale è necessaria. Dio entra nella storia nel modo più inatteso. Tanto il giorno del giudizio finale come quello della morte individuale ci sono sconosciuti. Il suo arrivo non si può prevedere. Questo discorso di Gesù impressionò molto i discepoli al punto che Pietro fece una domanda.

41 La domanda di Pietro

“Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?” Pietro, il suo uomo vecchio, la sua vecchia mentalità, pensa ancora in qualche privilegio, per il fatto di avere abbandonato tutto per seguire Gesù. Pietro cerca di separare i discepoli dagli altri israeliti. Gesù aiuta Pietro a far maturare la sua coscienza, rispondendo indirettamente con la parabola del buon amministratore. La conversione è un processo che dura tutta la vita, incluso per coloro che si sentono vicini al Signore.

42-48 La parabola dell´amministratore

L´amministratore fedele e prudente presenta al signore, in qualunque momento, i conti e l´organizzazione della casa. Luca usa “amministratore” invece di “servo” quasi lasciando comprendere l´intenzione che c´é nella domanda di Pietro. I capi, soprattutto, devono essere fedeli nel servizio. Ce ne sono alcuni che hanno accolto con entusiasmo l´annuncio evangelico, ma adesso, di fronte alle difficoltà presenti e agli impegni che ne nascono, cominciano a riprendere le vecchie abitudini: violenza, intemperanza, abbandono agli istinti. Tutti valori contrari al vangelo. L´errore fondamentale é di pensare: “il padrone tarda a venire”. In questa frase é riassunto il problema più profondo della comunità di Luca: all´attesa e alla tensione esagerata e artificiale per la venuta imminente del Signore segue adesso la freddezza e l´indifferenza.

L´amministratore della parabola amministra persone e non beni. E´ evidentemente una immagine dei discepoli. Due possono essere gli atteggiamenti: un servizio organizzato a favore di tutti i servi o un approfittare in modo sfrontato della situazione. Il ritardo nella venuta del Signore ci immette in una comunità, che ha perso l´ansia per una prossima venuta di Gesù. Eppure lo spirito della vigilanza deve rimanere, perché il ritardo non esclude la venuta. E già che la venuta é sicura, mentre é incerta l´ora, é necessario essere vigilanti.

Il Signore darà a ciascuno secondo le proprie azioni e secondo la grazia ricevuta. Giudei, pagani, convertiti o fedeli alla propria religione saranno giudicati secondo la loro coscienza. La responsabilità va unita ai doni ricevuti.

Alla fine della vita, secondo san Giovanni della Croce, saremo giudicati sull´amore.

Alcune domande

– Che sentimenti ha suscitato in me la lettura del testo? Paura, confidenza, sorpresa, gioia, speranza, confusione…?

– La vita cristiana: per me, quanto ha di gioia, quanto di peso? Quanto di dovere e quanto di amore?

– Il pensiero della mia morte imprevista, che cosa suscita in me?

– In che misura è attesa la comunione con Dio? Come trasforma questo pensiero la mia vita?

– La mentalità pagana del “goditi il tempo”, contraria ai valori evangelici: come si

    manifesta oggi?

– Essere vigilanti, fedeli, lavoratori per il Regno, preparati: che esigenze pone alla mia vita?

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